Produzione del pomodoro: economicamente insostenibile mentre i mercati biologici fanno il boom

Alla base della dieta del bacino mediterraneo c’è il pomodoro. Una pianta autoctona dell’America del Sud che ha trovato il suo successo in Italia, dove la grande produzione sta entrando in crisi per una serie di fattori, a favore delle piccole produzioni locali, che però di certo non sono in grado di sostenere l’industria alimentare e tutto l’indotto che ne deriva.

Secondo gli ultimissimi dati rilevati dalla Confagricoltura Emilia-Romagna, oggi la produzione industriale di pomodori sta diventando economicamente non sostenibile. Un agricoltore perde in media il 10% rispetto al prezzo pattuito tra organizzazioni di produttori e industria. Questo significa una minusvalenza pari a quasi 80 euro per ogni tonnellata. In questo modo, le grandi aziende si trovano a non essere più interessante alla coltivazione del pomodoro, preferendo delle colture più economicamente sostenibili, cioè più redditizie.

I problemi che riguardano la produzione di pomodori sono diversi, tra cui una produzione che non riesce a coprire i costi di produzione. Una situazione come questa, contraria alle leggi di mercato, ha portato a una distorsione forte del prezzo dei pomodori, che sono accettati anche a qualità inferiori rispetto al solito. Si parla anche del 35% di valore in meno rispetto al passato per i pomodori, alimento base della dieta mediterranea. Da vendere così com’è oppure destinato ad altre trasformazioni alimentari, il pomodoro industriale ha ormai una qualità inferiore rispetto al passato e questo è un rischio per i consumatori. Forti fluttuazioni nella produzione di pomodori, fa alzare e abbassare il prezzo stabilito come se fosse un ascensore. Inoltre, problemi come può essere l’invasione di cimici asiatiche fa diminuire la produzione e anche la qualità dei pomodori.

A fronte di questa preoccupante situazione sottolineata da Confagricoltura, si registra però una sempre maggiore richiesta di prodotti agricoli bio a km 0. È così che viene determinato il successo dei mercati settimanili dei contadini che portano i loro prodotti agricoli dalla terra al consumatore. Questo nuovo trend sta avendo un enorme successo, tanto che alcune piccole aziende agricole adesso si sono organizzate per consegnare a domicilio una volta in settimana una cassettina mista di prodotti di stagione coltivati a pochi chilometri con sistemi biologici. È il nuovo lusso sostenibile e alla portata di tutti che propone prodotti di qualità molto alta; oggi moltissimi consumatori sono difatti disposti a pagare anche un prezzo più alto per dei pomodori che però hanno caratteristiche diverse rispetto a quelli di produzione industriale.

Apre che la nuova propensione a preferire i prodotti biologici veri venduti direttamente al contadino abbia portato una leggera flessione nella vendita di pomodori nei supermercati, provenienti da grandi industrie agricole. Anche questo ha contribuito a una progressiva riduzione del prezzo dei pomodori, mettendo in crisi l’azienda. Va detto che le piccole produzioni ortofrutticole sono validissime ma ciò non aiuta l’intera filiera di produzione di prodotti alimentari a base di pomodoro come passate, concentrati, sughi, minestroni, sott’oli etc. Questo è un fattore che può mettere in crisi non solo le aziende ma anche i lavoratori dell’intero settore che forse dovrebbero guardare a una riconversione biologica.

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