L’accesso alla cannabis terapeutica in Italia: difficoltà e sfide regionali

L’accesso alla cannabis terapeutica in Italia, nonostante la legislazione italiana, è tuttora un percorso complicato per molti pazienti. 

In Italia è consentito l’uso medico della cannabis, ma esistono vari ostacoli burocratici e disparità tra le regioni.

La cannabis terapeutica in Italia: una soluzione per molti pazienti

La cannabis terapeutica è legalmente prescrivibile in Italia dal 2015 per trattare una serie di patologie gravi e invalidanti, come dolore cronico, sclerosi multipla, epilessia, chemioterapia, e disturbi legati alla sindrome di Gilles de la Tourette. 

Nonostante il suo riconoscimento come trattamento efficace, l’accesso a questo trattamento non è sempre facile. 

Secondo stime recenti del Ministero della Salute, circa 9.000 pazienti italiani sono attualmente in trattamento con cannabis terapeutica. Tuttavia, questo numero potrebbe essere significativamente più alto se le difficoltà nell’accesso fossero ridotte. 

L’acquisto della cannabis terapeutica avviene tramite prescrizione medica e può essere ritirata in farmacia, ma alcune difficoltà legate al costo, alla regolamentazione locale e alla burocrazia, continuano a ostacolare il suo utilizzo da parte di tutti coloro che potrebbero beneficiarne.

Le principali difficoltà nell’accesso alla cannabis terapeutica includono:

  • Disparità tra regioni, con alcune che offrono un accesso più facile rispetto ad altre;
  • Costo elevato, che rende difficile per molte persone accedere al trattamento;
  • Decreto sicurezza, che ha introdotto nuove complessità legali legate alla distribuzione di cannabis legale.

Superare queste sfide potrebbe aprire la strada a un accesso più equo e universale alla cannabis terapeutica in Italia.

Le difficoltà regionali nell’accesso alla cannabis terapeutica

Le difficoltà nell’accesso alla cannabis terapeutica variano enormemente a seconda della regione. Alcune aree del Paese, come la Lombardia e il Lazio, sono tra le più avanzate nel trattamento e distribuzione della cannabis terapeutica, con una rete ben organizzata di medici specialisti e farmacie che distribuiscono i farmaci a base di cannabis. Tuttavia, in molte altre regioni italiane, come la Sicilia e la Calabria, l’accesso risulta essere più problematico a causa della carenza di strutture sanitarie specializzate e della scarsità di formazione da parte dei medici.

Inoltre, alcune regioni hanno introdotto regolamenti locali che non sempre facilitano l’accesso ai pazienti. Ad esempio, in alcune province, il farmaco viene distribuito solo in determinate strutture ospedaliere, obbligando i pazienti a lunghe attese o viaggi per ottenerlo. Queste problematiche contribuiscono a creare disuguaglianze nel trattamento dei pazienti che necessitano di cannabis terapeutica.

Il costo della cannabis terapeutica

Un altro ostacolo significativo all’accesso alla cannabis terapeutica riguarda il costo. Sebbene alcuni farmaci a base di cannabis siano rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in casi specifici, molte prescrizioni non sono coperte. 

In particolare, i pazienti che necessitano di cannabis per trattamenti non strettamente legati a patologie come il dolore cronico, ma più per il miglioramento del benessere generale, non possono accedere ai rimborsi.

Il costo delle preparazioni di cannabis, spesso importate da altri paesi, è un ulteriore freno per l’accesso. Questo fenomeno rende difficile per molte persone a basso reddito, o che non possono beneficiare dei rimborsi, accedere al trattamento necessario.

Il DDL Sicurezza e il contrasto con le Direttive UE

Inoltre, CBD shop come Weedzard si sono trovati a dover affrontare una situazione molto complicata, con la recente approvazione del DDL Sicurezza che di fatto ha  equiparato la cannabis light a quella tradizionale con alta percentuale di THC e quindi “drogante”. Gli imprenditori di settore però denunciano la violazione della Single market transparency directive, la numero 1535 del 2015 una diretta UE che impone agli stati di comunicare, alla Commissione europea, ogni progetto di regola tecnica, qualora possa incidere sugli scambi commerciali, cosa che il governo italiano non avrebbe fatto. Ora, se il governo avesse davvero violato tali regole, salterebbe l’articolo 18 che azzera la filiera

Conclusioni

L’accesso alla cannabis terapeutica in Italia è una questione complessa, segnata da disparità regionali, difficoltà burocratiche e problematiche legate ai costi. Mentre alcune regioni sono più avanzate nell’integrazione della cannabis terapeutica nel sistema sanitario, altre devono affrontare sfide significative per garantire un accesso equo a tutti i pazienti. 

Inoltre il recente Decreto Sicurezza, che ha reso illegale la vendita di cannabis light e prodotti al CBD, ha ulteriormente complicato la situazione che riguarda il mondo della canapa e dei suoi derivati.

Nonostante questi problemi, la domanda di prodotti a base di cannabis terapeutica e CBD rimane alta, sottolineando la necessità di un cambiamento nelle politiche di accesso a queste risorse.