Cambiamenti climatici: quali sono?

Negli ultimi anni, i cambiamenti climatici sono diventati sempre più oggetto d’attenzione da parte dei media di tutto il mondo. Questo processo di modificazione del clima, di cui la comunità scientifica aveva già preannunciato le conseguenze da decenni, sta oggi iniziando a mostrare il suo vero volto: una realtà fatta di eventi climatici estremi, danni all’agricoltura, inquinamento atmosferico dannoso per la salute.

Il cambiamento climatico più eclatante, e che desta le maggiori preoccupazioni? Sicuramente il progressivo aumento delle temperature medie del pianeta, causate da una continua immissione di CO2 (e non solo) in atmosfera. L’eccesso di CO2 intrappola il calore, facendolo ristagnare sulla superficie della Terra molto più a lungo del dovuto, e creando un vero e proprio effetto serra.

In questo processo è importante notare che il clima si regge su equilibri estremamente delicati e precisi. Qualsiasi modificazione, anche apparentemente irrilevante, può scatenare delle pesanti modifiche in termini di precipitazioni medie annue, ad esempio, ma anche di velocità dei venti, e di manifestazioni di fenomeni violenti come i tornado o le alluvioni.

Il riscaldamento globale è, prove scientifiche alla mano, un meccanismo di cui l’uomo ha la piena responsabilità. Certo, in natura sono sempre esistiti cicli climatici, caratterizzati da un riscaldamento o da un raffreddamento generalizzato di tutto il pianeta; però, quello a cui stiamo assistendo oggi, è con ogni certezza determinato dal comportamento di miliardi di esseri umani, impegnati a emettere in atmosfera quantitativi astronomici di gas serra, metano, ossido di azoto, ecc. Qualcosa di mai visto prima, che potrebbe avere come conseguenza diretta la distruzione di interi ecosistemi, e la totale impossibilità di coltivare cibo in molte zone del mondo.

C’è, però, un modo per contrastare questo processo: tagliare le emissioni di CO2 – e naturalmente di altre sostanze nocive – utilizzando energie rinnovabili, o adottando strategie di risparmio energetico.

Risparmio energetico e rilascio di sostanze nocive

Il risparmio energetico permette di diminuire il proprio impatto sull’ambiente. Utilizzare meno risorse – o scegliere di utilizzare risorse rinnovabili, là dove possibile – è fondamentale per diminuire la propria traccia di CO2. Un’abitudine che va applicata in ogni ambito della vita e della normale gestione domestica e professionale, climatizzazione inclusa.

I climatizzatori tradizionali, infatti, consumano una quantità d’energia elettrica veramente elevata. È quasi paradossale pensare che per contrastare uno degli effetti più pericolosi del riscaldamento globale, ossia le ondate di calore, si utilizzino strumenti che emettono grandi quantità di gas serra e altre sostanze nocive, fondamentalmente peggiorando il problema!

I raffrescatori evaporativi, nuove tecnologie di climatizzazione, permettono di rinfrescare ambienti di grande metratura, con un risparmio energetico dell’80% se paragonato ai consumi di un classico climatizzatore. Questi strumenti, inoltre, non utilizzano gas refrigeranti potenzialmente nocivi, ma solo semplice acqua.

Raffrescatori Evaporativi: una tecnologia amica dell’ambiente

I raffrescatori evaporativi sono tecnologie ecologiche amiche dell’ambiente: oltre a consumare una quantità d’energia elettrica davvero irrisoria, non utilizzano alcun gas di raffreddamento, perché il loro funzionamento si basa sull’evaporazione dell’acqua. Questi strumenti possono essere installati ovunque, offrono ottime performance con bassi costi di installazione e hanno un bisogno di manutenzione davvero minimo.

Grazie a questi strumenti, raffrescare gli ambienti sarà notevolmente più economico, e soprattutto non si contribuirà a peggiorare il problema del riscaldamento globale consumando eccessiva energia, né rilasciando gas nocivi potenzialmente pericolosi. La scelta perfetta per iniziare a diminuire la propria impronta di CO2, garantendosi comunque un ambiente salubre e piacevole in cui vivere e lavorare.

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